Il Tre a Sanremo

Altro che “Fragili”, Il Tre e la sua musica sono fortissimi.

“Fragili” è il brano che Il Tre presenterà tra pochi giorni in gara al Festival di Sanremo e che sarà contenuto nella nuova versione dell’album “Invisibili” in arrivo il 9 febbraio. L’album originale è stato pubblicato a settembre e, come il precedente lavoro del Tre “ALI”, ha esordito al numero 1 della classifica ufficiale Fimi/Gfk. Perciò, sì, qualcuno si domanderà – per lui come per altri cantanti presenti a questo Festival – chi è, ma in tantissimi lo ascoltano e lo amano.

Come sempre però faccio un passo indietro e do alcune informazioni: Guido Senia, nato nel 1997, in arte Il Tre perché è nato il 3 settembre e perché in famiglia sono tre (lui e i genitori). È di Santa Maria delle Mole, frazione di Marino. Fa rap, è partito dal niente. L’extrabeat è una sua cifra stilistica: si tratta di una tecnica del rap che permette di andare al doppio della velocità rispetto alla base. Il Tre si è imposto su TikTok (ma su questo ha qualcosa da dire), ha ottenuto 4 dischi di platino e due d’oro. Il Tre racconta nei suoi pezzi il coraggio della paura, gli amici di sempre, il credere nei propri sogni e la forza della famiglia che l’ha salvato anche dai momenti bui.

Il Tre racconta il suo Festival

Ci racconti “Fragili”?

“È un brano che ho scritto io, tra pop e rap. Siamo tutti fragili, a volte, e mostrare le nostre fragilità è un punto di forza per crescere. Parlo di una mia esperienza, ci sarà chi si ritroverà in quello che canto e spero che gli altri capiscano. Per quanto riguarda il discorso musicale, io sono un rapper, vengo da quel mondo ma mi sono evoluto e non faccio solo quello. Mi piace fare anche il pop, ho tante influenze, ascolto molti dischi, studio canto, mi piace cantare. Mi sento un artista a 360 gradi, faccio rap, pop e se domani volessi anche neomelodico. I miei genitori ascoltavano i cantautori italiani, sono cresciuto con la loro musica, sto in fissa con Zucchero, ascolto Tiziano Ferro”.

Quindi da quale spunto autobiografico è nata questa canzone?

“Da una mia relazione d’amore in cui non mi sono comportato bene, immagino a causa di traumi miei pregressi. Nel ritornello riconosco il mio errore e chiedo scusa per il mio comportamento. Questo mi ha fatto crescere dal punto di vista personale. Molte volte ci si deve rendere conto del gioiello che si ha tra le mani: non avrei voluto perdere questa ragazza, ma è andata così”.

Parli di traumi tuoi, personali…

“Sì, che la terapia può aiutare a risolvere: se sapessi quali traumi sono, sarebbe più facile affrontarli. Però vorrei dire che ho avuto un’infanzia normalissima, ho avuto momenti bui nella norma. Io mi sento molto tormentato, lo sono sempre stato; cerco di sconfiggere i miei demoni. Non bevo, non fumo, non so da cosa derivi il mio malumore, a volte capita che io sia triste, non so perché. Sì certo, nell’adolescenza succede di stare così, è il periodo, ma adesso ho quasi trent’anni. Comunque scrivere è terapeutico, mi aiuta”.

Scusa, una curiosità: questa ragazza sa della canzone?

“No, la sentirà quando la canterò all’Ariston, non se lo aspetta. È molto improbabile che torneremo insieme ma è stata una bella storia d’amore che mi ha insegnato tanto”.

Da qualche anno si fa il tuo nome per Sanremo.

“Sì, ci avevo già provato. Io sono un rapper, vengo da quel mondo ma mi sono evoluto e non faccio solo quello. Mi piace fare anche il pop, ho tante influenze, ascolto molti dischi, studio canto, mi piace cantare. Mi sento un artista a 360 gradi, faccio rap, pop e se domani volessi anche neomelodico. I miei genitori ascoltavano i cantautori italiani, sono cresciuto con la loro musica, sto in fissa con Zucchero, ascolto Tiziano Ferro”.

Come affronti questa esperienza?

“Il Festival l’ho desiderato tanto ma è da stupidi farsi sovrastare dall’ansia, che è anche positiva e ci sarà, ma devo godermi il momento. Quest’anno ci sono amici e altri artisti che non ho mai conosciuto di persona: io non la vivo come una competizione. È da qualche anno che provo a partecipare, questo è un punto di arrivo ma rappresenta anche una nuova partenza: dopo due album arrivati al primo posto della classifica, si chiude un cerchio. Da qui partirà un’altra serie di eventi, un altro percorso di cui il primo step sarà la data al Palazzo dello Sport di Roma sabato 9 novembre. Prima ci sarà altro ma il palazzetto l’ho sognato da tempo: l’ho annunciato, adesso tocca riempirlo. Ma non mi sento di aver mai bruciato le tappe, ho fatto live prima con 30 persone, poi 100, 500, 1000 ,3000. Penso che sia il momento giusto per questo passo”.

Cosa ti preoccupa di più del Festival?

“Il fatto che finirà alle 4 e la sveglia sarà alle 7. A parte le battute, il pensiero fa tremare gambe e voce, non vedo l’ora di cantare ma so che quando diranno ‘sei il prossimo’ sarà devastante. Non so che impressione potrei fare al pubblico che non mi conosce, penserò a fare quello che so fare e a cantare bene. Sicuramente non voglio pensino che sia un artista senza arte né parte. Ci saranno i miei genitori in platea, in qualche modo penserò al salotto di casa”.

Ci puoi confermare che il duetto sarà con Fabrizio Moro?

“Mi astengo dal dare una risposta”.

Spopoli su TikTok…

“Ero all’oscuro di TikTok, poi dall’etichetta mi hanno detto di aprire un profilo. Avevo ribattuto che non so ballare, mi hanno risposto di fare quello che mi sentivo. Eravamo nel pieno della quarantena, portavo a spasso i cani, non facevo chissà che. La gente ha apprezzato quella spontaneità”.

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