Fiorella Mannoia, manifesto per le donne al Festival

Fiorella Mannoia torna al Festival di Sanremo con una canzone che tratta un tema che le è molto caro, ovvero le donne.

“Mariposa” parla di donne. È una canzone speciale, portata al Festival di Sanremo per aprire un anno speciale: quello in cui Fiorella Mannoia compie “Gli stessi anni della Rai” (già, sono 70, e chi lo direbbe). Per la sua sesta volta al Festival (l’ultima volta è stata nel 2017 quando “Che sia benedetta” arrivò seconda), Fiorella Mannoia firma il testo della sua canzone insieme a Cheope e Carlo Di Francesco; parla dell’orgoglio di essere donna. Con le musiche di Carlo Di Francesco, Federica Abbate e Mattia Cerri, “Mariposa” è un manifesto. “Torno a Sanremo con una canzone i cui credo. Almeno per me è una canzone forte con un contenuto importante. È una canzone al femminile, sottolinea l’orgoglio di essere donne in tutte le nostre sfaccettature, nel bene e nel male, raccontandoci per quello che siamo, per quello che siamo state e per quello che saremo”.

[La foto di apertura è di Dirk Vogel].

Fiorella Mannoia, “Mariposa” al Festival

Da quale spunto è nata la canzone?

“Dalla visione di una serie televisiva che si chiama Il grido delle farfalle; racconta la storia delle sorelle Mirabal, chiamate farfalle perché erano bellissime. Si battevano contro la dittatura del generale Trujillo, furono ammazzate. Il loro assassinio sconvolse tanto l’opinione pubblica dominicana che Trujillo si dimise il 25 di novembre. Noi festeggiamo la giornata contro la violenza sulle donne in onore delle sorelle Mirabal proprio il 25 novembre. Mentre guardavamo la tv mio marito Carlo prende carta e penna e incomincia a scrivere frasi. A me erano sembrate belle intuizioni. Abbiamo costruito questa canzone, che non parla delle sorelle Mirabal anche se da lì parte l’idea. Certo, le donne possono anche essere 7 anni di disgrazie eh: siamo donne, nel bene e nel male”.

Insomma questa era la canzone giusta…

“Io sono questa, le canzoni che scelgo le scelgo in base a quello che penso e non posso scegliere canzoni con dei testi che non sento miei. Sanremo è pieno di giovani, non mi aspetto nulla. Mi aspetto soltanto di poter portare una canzone in cui credo che peraltro ha un arrangiamento gioioso, ha un tempo un po’ diverso dal mio stile”.

Si dice che avrà un look molto femminile a Sanremo, è così?

“Molto femminile, la canzone lo richiede. Saranno abiti di Luisa Spagnoli”.

Dopo il Festival come festeggerà quest’anno speciale?

“Con dei concerti e altre cose speciali. Non è una data che lascia indifferenti, questa dei 70 anni, però cerco di non pensarci. È un po’ presto però per avere dettagli su queste cose, prima c’è l’impegno in arena con Una nessuna 100.000 a maggio”.  

Giocherà al Fantasanremo?

“Allora, mi sono dovuta far spiegare cosa fosse. Ricordo solo che quando cantai con Sangiovanni due anni fa mi dissero ‘ti dispiace dire sul palco una cosa tipo viva Pippo Baudo’, e io l’ho fatto. Ho capito solo che si vincono dei baudi”.

No, si spendono per acquistare i giocatori!

“Ah, ecco (ride, nda). Mi hanno detto che se vado scalza prendo punti. Quello che mi dicono de fa’, se lo posso fare lo faccio. Andare scalza posso, è il mio. Devo twerkare?!”.

Degli altri artisti che ritrova al Festival cosa ci dice?

“Che non ho sentito una sola canzone per cui non vi saprei dire, ma sono tutti amici. Li conosco tutti da anni. Ecco, mi fa piacere il ritorno di Loredana su questo palco. Venerdì sera duetterò con Francesco Gabbani”.

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