Ukiyoe: Immersive Art, la mostra sul Giappone a Milano

È la prima mostra immersiva di Ukiyoe in Italia che racconta i mondi fluttuanti del Giappone, aperta fino al 16 giugno da Tenoha Milano.

Decisamente una bella esperienza, poetica e divertente insieme: è talmente pop, adatta ad adulti e bambini, che merita 5 Franci pop +!

Conoscevo già Tenoha, ci ero già stata, ma soprattutto c’è stata Emma. Emma, la mia nipotina che è esperta di yokai (creature soprannaturali o fantasmi, una cosa del genere, tipici del folklore giapponese), che a carnevale qualche anno fa si è vestita da spirito guerriero giapponese, e che qui, da Tenoha a Milano ha visto già una mostra dedicata al Giappone – quella sugli spiriti. Tenoha, vicinissimo a Porta Genova, è uno spazio con molte sfaccettature: è il primo concept store dedicato ai prodotti nipponici in Europa, è una moderna izakaya (un locale dove si servono cibo e bevande) con un accogliente giardino, uffici, un coworking e un’area per eventi e mostre. Qui, fino al 16 giugno, è possibile visitare “Ukiyoe: Immersive Art”, la prima mostra immersiva di ukiyo-e in Italia che racconta i mondi fluttuanti del Giappone. Sarà aperta fino al 16 giugno.

“Ukiyoe: Immersive Art”

Facciamo mente locale: la prima cosa che ci viene in mente del Giappone probabilmente sono i ciliegi in fiore, e poi certamente tra le prime cose che colleghiamo al Paese del Sol Levante c’è “La grande onda di Kanagawa” di Hokusai. E qui, in questa mostra immersiva, si parla di acqua – ecco spiegato il riferimento ai mondi fluttuanti. Naturalmente non manca l’opera di Hokusai. Insomma, si parla di cose che facilmente associamo al Giappone. E infatti, la mostra raccoglie 300 opere esposte in 9 stanze sensoriali e immersive: ci si tuffa, letteralmente, nella poetica delicata del Giappone. Come? Attraverso animazioni in 3DCG e mapping di proiezione di altissima qualità che creano opere d’arte digitali grafiche di alto livello. L’ukiyo-e, genere artistico tradizionale giapponese caratterizzato dalle stampe su legno, racconta la storia di un’epoca di sviluppo e stabilità dopo un lungo periodo di tumulto. Il termine giapponese ukiyo, inizialmente associato a un mondo fugace e doloroso, assume un significato positivo: vivere spensieratamente è il nuovo significato che rispecchia il mood dell’epoca Edo – il così detto “mondo fluttuante”, appunto. A parte le opere esposte e riprodotte, a parte le immagini sulle pareti e sugli specchi, i colori d’acqua e anche di fuoco, il percorso è arricchito da installazioni che richiamano icone del Giappone: il Monte Fuji, il torii che è il tradizionale portale rosso shintoista, c’è anche un divanetto con ombrellino che dà l’opportunità di fare foto romantiche, divertenti, non scontate. Perché, diciamoci la verità: qui dentro le foto vengono alla grande, tra stampe di paesaggi e guerrieri, uccelli proiettati sul pavimento vorticosamente roteanti, ritratti di donne, fiamme e petali.

Gli intensi colori di questa corrente artistica, come il rappresentativo Blu Giappone presente soprattutto nella stampa “La grande onda di Kanagawa” di Katsushika Hokusai dalla serie Trentasei vedute del Monte Fuji, e l’attenzione meticolosa ai dettagli degli artisti rivelano gli aspetti più distintivi della cultura giapponese. Gli artisti ukiyo-e hanno sempre esplorato il tema dell’acqua nelle sue molteplici forme, rappresentando il mare, le onde e la pioggia con sfumature blu indaco. Attraverso l’uso della tecnologia video è stato costruito uno spazio ukiyo-e che consente davvero l’immersione nel profondo Blu Giappone. Il blu, gli schizzi chiari delle onde, l’acqua simbolo di impermanenza, qualcosa che fluisce e che non è mai uguale a se stessa… quanta poesia c’è in tutto questo? Hiroshige Utagawa e Katsushika Hokusai, due maestri dell’ukiyo-e, hanno tramandato attraverso le loro opere una profonda connessione con la natura e il susseguirsi delle stagioni. Hanno creato capolavori che ritraggono paesaggi suggestivi e potenti rappresentazioni del Monte Fuji. Nella stanza Beltà, Gioco ed Eroi, si vede come i maestri Kitagawa Utamaro e Utagawa Kunisada abbiano rivoluzionato l’arte dell’ukiyo-e con ritratti femminili dettagliati ed espressivi. Le pitture di guerrieri trasmettono un’energia dinamica e selvaggia, portandoci nel mondo dei samurai e degli eroi, tra tuoni, lampi e fuochi ardenti.

Io, che di cultura giapponese ho un’infarinatura (quanto vale il bonus katsuobushi? Lo mangio e mi piace*), ho riconosciuto in una delle sale una gigantesca bambola Daruma, un tradizionale portafortuna giapponese e simbolo di preghiera e forza interiore, nonchè di raggiungimento dei propri sogni. Suggestiva è l’immagine del Monte Fuji, la più alta montagna del Giappone: ha avuto un enorme significato per gli artisti ukiyo-e, che hanno cercato di catturarne la maestosità attraverso le loro opere.

A proposito di saperne non tantissimo di Giappone: appena entrati alla mostra ti chiedono se vuoi indossare un kimono. Che in realtà è uno yukata, che mi spiegano essere un kimono più leggero e meno elaborato, fatto di cotone. Ne scelgo uno a fiori, e segue la vestizione: 10 minuti di manovre attente, vengo sistemata alla perfezione. Potete vedere il tutto nel video di Fabio Ricci, l’amico e collega con cui ho condiviso la visita della mostra. Ecco, tutto questo ti fa sentire dentro un rituale antico, ti fa capire che tutto lì dentro ha un senso, e che non sei lì solo per vedere dell’arte ma anche per parteciparvi e divertirti. Insomma, sì, si paga a parte oltre al biglietto ma indossate lo yukata e fate mille foto. È bello, è divertente, poetico, antico e moderno al tempo stesso. Fino al 16 giugno, ricordate 😊

[* fiocchi di tonno essiccato].

Ukiyoe: il video della visita alla mostra