Caro diario. Scrivere per sé

Chi ha un diario? Alzi la mano. Io ce l’ho. Tiziano Ferro ce l’ha, ad esempio. Luca Seta scrive sempre e di tutto. Mi ha detto che gli piacciono soprattutto le pagine a destra.

Quelle che hanno sotto più spessore, su cui è più piacevole scrivere. Credo abbia un diario, ma in ogni caso i suoi pensieri li appunta a mano, come del resto facciamo in tanti. Luca Seta ama tanto la scrittura – di canzoni, di libri – da aver scelto come copertina per il suo ultimo lavoro discografico una pagina bianca. “Io sono nelle parole”, mi ha detto in una recente intervista.

Scrivere un diario è terapeutico. È uno sfogo. È una necessità. Aiuta a organizzare i pensieri. All’opposto, aiuta a non pensare, nel senso che ti impedisce di non rimuginare sopra a qualcosa. Voi perché scrivete? Quelle che sto elencando sono le risposte che ricevo dai cantautori quando chiedo perché scrivano canzoni: per urgenza, per una sorta di “psicoterapia” (prendetela con molte virgolette, intendono dire che scrivere pulisce la mente).

Il diario della gratitudine

Il mio amico Ivan Nossa scrive, per lavoro. E pratica la gratitudine, come essere umano. Non gli ho mai chiesto se tenga un vero e proprio diario della gratitudine, ma so che ringraziare è una cosa che fa con costanza. E raccomanda agli altri di farlo.

Io non ho un diario della gratitudine. Però, ecco, nel mio diario (classico, per brain dump, pieno di idee, pensieri, frasi che mi sono piaciute, potenziali trame di libri, calendari editoriali e molto altro) la gratitudine pian piano è diventata un’abitudine. Ogni tanto penso a quello per cui devo, e sottolineo devo, dire grazie.

Voi lo fate? E come?

Scrivete una vera e propria lista di cose quotidiane per cui ogni sera dite grazie? O semplicemente passate in rassegna amori, persone, gesti carini che avete ricevuto, sguardi, parole, così, senza un ordine preciso e senza liste? Scelte personali, qualunque esse siano so che funzionano. E per scrivere, in questo caso, non ci sono regole: tutto va bene, perché è un atto totalmente sincero. E tecnicamente non lo legge nessuno, no? 😉

3 pensieri riguardo “Caro diario. Scrivere per sé

    1. Ma come, il mio diario non lo legge nessuno 😀 Non ci scrivo come sul blog, tantomeno come su un giornale, scappano i verbi, la consecutio… sono quella parte di pensieri che gli altri credo non debbano conoscere. Ma mica perchè siano chissà cosa, penso solo che sia una sorta di giardino segreto che ognuno di noi dovrebbe coltivare. Magari non scrivendo, però quello spazio del tutto personale deve esserci. Poi, ovvio, tutti sono portati a cercare una ribalta. Rivoluzionario sarebbe non avere un blog, su questo hai ragione 😀

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