Gazzelle, “Sanremo un’esperienza non scontata”

Così ha definito la sua parteciazione al Festival Gazzelle, dove canterà “Tutto qui”.

Gliel’ho detto: ci sono persone che mi chiedono chi sei, Flavio, e mi domandano in quanti siete: “Gazzelle, uno, non i Gazzelle. Non ‘gasel’, Gazzelle” 🙂

Ed è un bene che ci sia questa curiosità. Intanto, per dare un’idea di quanto sia ascoltato e piaccia Gazzelle (Flavio Bruno Pardini), le sue canzoni contano oltre un miliardo di stream, ha 24 dischi d’oro e 22 dischi di platino. Il suo mondo comunicativo è schivo e malinconico, però anche imprevedibile. E infatti, ecco qua Gazzelle a Sanremo – lui che ha già portato l’indie allo Stadio Olimpico di Roma (casa sua), con il suo concerto del giugno scorso.

Nonostante questi numeri e il successo conclamato, dicevo che non “tutti” lo conoscono – questione di gusti, di età, a volte ci mette lo zampino l’algoritmo: insomma, a Sanremo si va per avere una vetrina importante, e, come ho detto a Gazzelle, la curiosità verso di lui è un bellissimo segnale. Poi dal 6 febbraio parlerà la musica nuova, intanto se volete andare ad ascoltarlo questi sono i suoi 4 album: “Superbattito” (2017), “Punk” (2018), “Ok” (2020) e “Dentro” (2023). Gazzelle ha collaborato, tra gli altri, con Marco Mengoni, thasup, Fulminacci (che condividerà con lui il palco nella serata delle cover) e Noyz Narcos.

Gazzelle a Sanremo

Perché la scelta del Festival?

“Per fare qualcosa di non scontato. Avevo voglia di sorprendermi e sorprendere il mio pubblico. Volevo farmi vedere con una canzone in cui credo; io mi faccio vedere poco e continuerò a non farmi vedere tanto, però adesso è il momento di Sanremo. In questa fase della mia carriera so che posso affrontarlo in maniera serena, vado lì a cantare la mia vita”.

A livello personale cosa ti aspetti?

“Sento il bisogno di vivere esperienze forti. Mi piace il batticuore che sentirò al Festival. Per lo più scrivo ballad, e così porto al Festival una ballad ma non ho fatto ragionamenti particolari. Quest’anno le canzoni a Sanremo sono per lo più uptempo? Io faccio una cosa diversa: sono stato fortunato, forse mi si noterà di più”.

Hai già incuriosito persone che non ti ascoltano, e che chiedono ‘quanti sono i Gazzelle’?

“So’ uno, sono un cantautore. Gazzelle, uno, non ‘i’ Gazzelle; Gazzelle, letto come si scrive. A questa persona che si lascia incuriosire dico dammi le tue orecchie che al resto ci penso io. Voglio orecchie, solo orecchie. Le mie canzoni hanno melodie facili perché cerco di rendere semplice all’ascolto cose che in fase di scrittura sono più complicate perché per me conta maggiormente il testo, la musica è un mezzo per far arrivare le parole. Se non esistesse la musica io scriverei comunque”.

“Tutto qui” sembra essere un po’ più pop delle tue altre canzoni. Sei d’accordo?

“Forse sì, ha uno slancio più pop ma non so se andrò avanti così. Una settimana dopo “Tutto qui” ho scritto un’altra canzone ed è diversa, un po’ più agguerrita, con un sound leggermente più inglese. Questa ha il mood di un lento anni ‘60, figlia di quello che provavo il giorno in cui l’ho scritta. A me piace sperimentare ma restando in un perimetro a me confortevole, le mie canzoni sono tutte diverse”.

Sanremo significa orchestra.

“Vorrei fare un tour con l’orchestra, un disco con l’orchestra, non solo: vorrei l’orchestra dentro casa”.

La serata cover la condividerai con Fulminacci, com’è nata l’idea?

“Siamo amici, il primo motivo è la stima artistica e umana, mi piace il suo approccio alla musica. Mi piace che gli importi di cantare e poco del resto. Volevo qualcuno che mi facesse sentire un po’ a casa. E poi facciamo parte più o meno della stessa scena. Ci siamo confrontati e abbiamo scelto di portare “Notte prima degli esami” che è un inno, la conosci a 18 anni e la sa mia zia che di anni ne ha 76. È una canzone che non somiglia a nient’altro, come me e Fulminacci. Inoltre volevo portare un po’ di Roma. È un omaggio ad Antonello Venditti, che ha influenzato sia me sia Filippo, lui con il repertorio degli anni ’70, io con i pezzi anni ‘80 più pop. È un brano tosto da cantare, lo vogliamo intimo e delicato, meno epico per evitare l’effetto karaoke. È un esperimento che spero venga bene”.

Con Fulminacci pensate più a cantare e meno al resto dicevi, ma a Sanremo il look conta.

“Il palco è molto formale, sarò (e saremo) vestito diversamente dal mio solito”.

A partire da marzo Gazzelle tornerà live con “DENTRO X SEMPRE”, per 11 date sui palchi dei principali palasport d’Italia.

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