Francesco Maria Mancarella, un ep che guarda a “Nord”

Lo abbiamo visto ieri sera dirigere l’orchestra per Alessandra Amoroso, ma c’è anche un disco fresco di pubblicazione.

Francesco Maria Mancarella è un pianista oltre che direttore d’orchestra e compositore, ed è fresco di pubblicazione il suo nuovo ep che contiene quattro brani inediti per piano solo: si intitola “Nord”. Mancarella è conosciuto a livello internazionale per il progetto “Il pianoforte che dipinge”, un progetto audiovisivo che ha conquistato i teatri nel mondo unendo la composizione musicale e la sua traslazione sulla tela.

[La foto è di Michele Giannone].

L’intervista

Guardi a nord ma sei a Sanremo con Alessandra, pugliese come te: un concentrato di sud.

“Con Alessandra ci lega un’amicizia, un quotidiano. Lei è venuta a Miami a un mio concerto. Eravamo a cena e parlavamo di sogni e desideri, e io l’ho buttata lì: ‘mi piacerebbe dirigere l’orchestra a Sanremo’. Era presto per pensare al Festival di oggi, questo discorso avveniva un anno fa, e lei mi ha detto ‘se dovessi partecipare sarai tu il mio direttore d’orchestra’. Ha mantenuto la sua parola. Alessandra è una grande artista e persona. Ci sono sorrisi che ci scambiamo, ci capiamo sul palco. Quello che ci accomuna è la canzone. Non ho collaborato alla scrittura del brano se non nell’orchestrazione. Dire ‘fino a qui tutto bene’ ti fa avere un orizzonte. Io sono battagliero, prendo tutto come occasione per migliorare, prendo tutto quello che dà la vita, però mi pongo un obiettivo e lo perseguo”.

“Nord” l’hai registrato in Islanda per catturare l’atmosfera eterea e riflessiva del grande nord, negli Syrland Studio di Reykjavík. Perché quello era il posto giusto per creare la tua musica?

Francesco Maria Mancarella (ph. Michele Giannone)_b

“Sono andato là per la natura, che è legata all’amore per la vita che ho. Sono andato lì perché l’uomo diventa talmente tanto piccolo nei confronti della terra che ti fermi a riflettere su quello che puoi fare. Questo disco l’ho fatto senza aspettative, più per me che per altro. Volevo ispirarmi alla natura, senza avere distrazioni esterne. Vedevo le cascate e il mare e tutta la natura, ho registrato i suoi suoni lì e lì l’ho registrato, a quel punto non aveva senso farlo altrove. E poi, cosa c’è di più a nord dell’Islanda, in Europa?”.

Il tuo stile è un crossover tra musica classica, jazz e contemporanea. Manca qualcosa in questa definizione?

“Ci sono da aggiungere sprazzi della mia vita. Dalle esperienze ho preso tante cose, per cui sì, la mia musica è crossover: non è classica e non è contemporanea, è mia. In un mondo in cui si cerca emulazione spero di non copiare nessuno”.

Dal silenzio dell’Islanda al caos di Sanremo…

“Mi adatto molto bene”, ride. “Il punto cardine è cercare di mantenere fisso l’obiettivo. Mi interessa lavorare con l’orchestra, le prove sono state molto impegnative. Qui è importante fare il meglio. Per arrivare a questo livello ci sono stati due o tre mesi di lavoro in team, ci sono tantissimi professionisti che lavorano anche se sul palco si vede solo Alessandra e, in parte, mi vedo io”.

Dopo Sanremo cosa ti aspetta?

“L’estate è una cartina di tornasole di quello che si è fatto durante l’anno. Sanremo e il contratto con la Sony sono i due importanti risultati ottenuti per ora. Nei mesi estivi porterò in giro per l’Italia il mio concerto per piano solo in giro, un disco che arricchisce il mio repertorio di musica senza barriere”.